lunedì 29 ottobre 2012

La lista del lunedì 4: Z (con foto)


Mercoledì sera scorso (24-10-12), a Castelfranco Emilia, per una rassegna sul cinema latino americano, abbiamo proiettato Z- L'orgia del potere (Costantin Costa-Gravas, 1969), versione italiana in 16 mm. 
I primi 20 minuti, come potete vedere dalla foto, erano abbastanza rossi, forse anche di rabbia e di dolore. Le pellicole, diversamente dagli umani, più passa il tempo e più diventano rosse.


Qui di seguito trovate la lista di divieti, corollario della neonata dittatura dei colonnelli in Grecia del 1967:

- i capelli lunghi
- le minigonne
- Sofocle
- Tolstoj
- Mark Twain
- Euripide
- spezzare i bicchieri alla russa
- Aragon
- Trotskij
- scioperare
- la libertà sindacale
- Lurcat
- Eschilo
- Aristofane
- Ionesco
- Sartre
- i Beatles
- Albee
- Pinter
- dire che Socrate era omosessuale
- l'ordine degli avvocati
- imparare il russo
 imparare il bulgaro
- la libertà di stampa
- l'enciclopedia internazionale
- la sociologia
- Beckett
- Dostojevskij
- Čechov
- Gor'kij e tutti i russi
- il "chi è?"
- la musica moderna
- la musica popolare
- la matematica moderna
- i movimenti della pace
- e la lettera "Ζ" che vuol dire "è vivo" in greco antico. 

lunedì 22 ottobre 2012

La lista del lunedì 3: il portafoglio

Oggi, dopo avervi descritto cosa potete trovare nella mia inseparabile cartella di cuoio (1) e nell'auto (2), vi descrivo il portafoglio e cosa c'ho trovato dentro.
Il portafoglio, di cuoio marrone scuro, possiede diciotto scompartimenti poiché, oltre al normale scomparto doppio ripiegabile per le banconote, suddiviso in due per separare le banconote dalle cose assurde che sono troppo grandi per stare altrove, ha una sezione ulteriore, una terza "bandella" dedicata alle tessere e alle card, da inserire nel mezzo della ripiegatura finale e che si ferma con una clip. Su questa "bandella" c'è pure un microscompartimento con sopra il disegno di una sim telefonica. La cosa mi ha molto impressionato al momento dell'acquisto perché ero in portobello road a Londra, estate 2009, l'ho pagato 3 pound alla signora polacca e dentro, oltre al portasim minuscolo e a un porta monete minuscolo reticolato estraibile a parte dal portamonete più grande, c'erano un fac-simile in cartoncino di quella che mi sembrava una patente di guida della D.D.R. (ripensandoci spiace averla buttata via).
Questo quello che ci ho ritrovato dentro, (esclusi i classici documenti e i contanti ordinari):
- Cinque carte da gioco: quattro trovate per caso (un re di cuori, un re di quadri, un cavallo di spade, un asso di bastoni) e mezza carta del sette di denari, brillante e divertente modo per contrassegnare i partecipanti a un buffett dai comuni mortali in un circolo letterario.
- Una tessera plastificata della piscina di Carpi (se non sapete il perché, potete leggervi tutta la storia o quasi, su Barabba: http://barabba-log.blogspot.it/2010/12/pensieri-in-apnea-un-ebook.html)
- Una Conad Carta Insieme (intestata al babbo)
- Una carta plastificata che da accesso a più di millequattrocento font e tipi di caratteri tipografici (chi non vorrebbe avere questa possibilità!)
- La tessera dell'ANPI 2012
- Tre tessere bibliotecarie: Carpi, Correggio e una per tutte le biblioteche pubbliche del comprensorio di Modena
- Un biglietto da visita del Taller de serigrafia René Portocarrero en Habana, Cuba (pubb.occ.)
- Un biglietto da visita di un cameraman & editor di audiovisivi (pubb. occ.)
- Un biglietto da visita degli amici di Spazi Indecisi (pubb. occ.)
- Un biglietto da visita di un duo selfproducters, promotorers e sellers di T-shirts bellerrime (pubb. occ.)
- Un biglietto da visita di un fotografo (pubb. occ.)
- Un biglietto da visita di un pittore (pubb. occ.)
- Un biglietto da visita di un geografo che mi ha chiesto un sunto della mia tesi di laurea (adesso lo faccio, eh)
- Un biglietto da visita della direttrice di una casa editrice che mi ha chiesto un manoscritto (link manco sotto tortura)
- La fotocopia del duplicato del patentino da operatore cinematografico (fotocopia dopo che nel 2007 avevo perso l'originale e per tre mesi ho dovuto far pressione e visite lampo in prefettura a bologna per ottenere il duplicato)
- Sei figurine del Manifesto, serie Album di famiglia, regalo apprezzatissimo di una coppia di amici. Le figurine in questione ritraggono: Sacco & Vanzetti; Vo Nguyen Giap, Errico Malatesta, Carlo Cafiero, Gaetano Bresci e quel barbudo di Bakunin.
- Quattro monetine (nel mini scomparto dentro al portamonete più grande): un cent statunitense, un marco bosniaco, venti fen (centesimi) di juan cinesi, un penny inglese (così posso sempre chiedere a qualcuno i suoi pensieri in cambio)
- Un foglietto di carta su cui ho appuntato a matita Aharon Appelfeld e Bahrenfled (un quartiere di amburgo) con data1939 (non ricordo, devo approfondire).
- Un foglietto da biscotto della fortuna cinese con la scritta "La realtà cambia se filtrata dall'amore" insieme alla fototessera dell'Amore mio, messa di nascosto nel portafoglio.

venerdì 19 ottobre 2012

Per Amore di Bacco: reportage autunnale, con foto (parte seconda e ultima)


(il reportage inizia qui: Parte 1)

Capisci che sei in un posto di lavoro da uomini quando tutti, dal primo all'ultimo, vi sgarullate e mettete a posto i gingilli in ogni frangente, senza remore, senza troppi pudori. Capisci che ormai è una cosa che va al di là dell'orario di lavoro quando le rare volte che esci in tempo per andare a fare la spesa, senza pensare, mentre valuti l'acquisto tra crakers e grissini o altri succedanei del pane, ti chiedi perché la manager con l'auricolare lì accanto ti sta squadrando male, poi ti accorgi che inconsciamente una tua mano sta placidamente “mescolando le carte in tavola”. Capisci però che stai esagerando quando ti gratti in mezzo all'unica porta del capannone, che davanti ha un intero piazzale, ma purtroppo è in perfetta linea retta con la finestra del laboratorio dove la giovane chimica occhialuta, a braccia conserte, sta guardando. E capisci perché al mattino non ti saluta.

Ogni azione meccanica dentro questo mondo meraviglioso è principalmente basata sulle pompe, miracolosi artefatti in grado di spostare quintali e quintali (sì, lo so che tecnicamente stiamo parlando di sostanze liquide, ma qui, quando ancora non è vino al 100%, si usa ancora il sistema metrico delle sostanze solide) di vinacce, graspe, acqua e liquidi refluii delle lavorazioni. La pompa che ogni giorno mi manda l'uva da filtrare dentro la cisterna, molto emilianamente, si chiama Gioiello, agevoliamo la foto:



E non ci si azzardi a dire che le pompe sono tutte uguali, che dopo si offendono e vanno in malora, no. Ognuna di loro ha il suo stile, il suo background, il suo ritmo, il suo groove. Col passare dei giorni troverete sparse per tutta la cantina la pompa valzer, la pompa drum&bass, la pompa funky, la pompa samba. L'ultima che ho individuato aveva esattamente il giro di questa canzone qui

Ci sono poi i tubi, tubi del 50, dell'80, del 100 (non chiedetemi nello specifico perché oltre non mi è dato dimandare), che portano in giro tutta questa gigantesca mole di liquidi semisolidi, un giorno ho individuato una piccola pozza e guardato il tubo lì vicino. Numi! Due zampilli! Di questo passo la cantina diventerà un deserto! Solerte e fiero, come il proverbiale bambino con la diga olandese, pongo indice e medio sui buchini e chiamo aiuto: devo aver salvato almeno una bottiglia di salamino.

Quando c'è da pulire i serbatoi all'interno e allora entri e lavi queste altissime sponde di acciaio lucido e fresco, ti potrà capitare di toccarne una con le chiavi dell'auto, sentirai allora propagarsi per tutto il circolo metallico un suono da space invaders. Anche se fuori, i serbatoi, hanno ancora le impronte belle nitide delle botte del 20 e 29 maggio di quest'anno:


E pensi anche che, se non avessero retto, San Marino sarebbe diventata la Venezia del vino e i gondolieri avrebbero fatto a gara per pagaiare su questo mare profumato, poi ci ripensi e ti dici che è andata bene così, e basta.

Gli insulti più gettonati, perché ovviamente la gran parte di noi stagionali stiamo lì per poco, e ovviamente non sappiamo bene cosa stiamo facendo, sempre, in ogni momento, e ovviamente facciamo danni, ha una sua intrinseca specificità col luogo:
3°: Vai un po' a giocare alle parallele sulle pensiline in cima ai serbatoi, và...
2°: Buttati dentro una vasca che ti facciamo nuotare un po' a rana. (Le vasche ovviamente sono bolle di cemento armato interrate con 2 aperture piccole il giusto per vederci dentro a fatica ma larghe il giusto per finirci dentro come nelle gag di Stanlio e Olio.)
1°: Peggio di te, c'è solo l'anidride solforosa! (insulto magno, giacché non v'è odore più aspro e raschioso, cagevole - nel senso di vomitevole - dell'anidride solforosa)
Inoltre, più è alto il grado di chi ti insulta, maggiore è la stima che i tuoi colleghi avranno nei tuoi confronti. Infatti, come nell'Amleto di Shakespeare, l'insulto del capocantina è complimento da re.

E poi, alla fine della fiera, ho sempre voluto lavorare almeno una volta in un posto dove se apri un rubinetto, le gomme dell'acqua, per la pressione schizzano e sguisciano impazzite come nei film muti di Charlie Caplin e Buster Keaton, anche se certe sere al tramonto, mica sempre ma certe sere, al tramonto, il Cielo sopra la cantina, quando siamo tutti stanchi ma contenti, soddisfatti e consapevoli che stiamo rendendo un grande e piacevole servizio alla comunità, ci ringrazia così:
(fin)

lunedì 15 ottobre 2012

La lista del lunedì 2: in macchina

Salve,
sempre in riferimento alla nuova rubrica (vedi lunedì scorso: la cartella di cuoio) oggi vi elencherò cosa ho trovato nell'abitacolo della mia automobile (in  questo momento in cui state leggendo queste righe io sarò a Dublino, disperso tra strade, monumenti, cieli e libri ma voi non fateci caso, tanto la macchina la lascio giù oggi e il suo contenuto non verrà modificato fino al mio ritorno).
Dunque, dentro la mia pandina grigia fiat, ho rinvenuto, con incerto ordine alfabetico:
- AA. VV. "Crossing the Bridge - Istanbul Hatirasi" colonna sonora dell'omonimo film
- AA. VV. "London Booted - A Bastard Pop Tribute to Clash"
- Biro nera Bic
- Oscar Botto "Buddha e il buddismo" (*)
- Calexico "Hot Rail" + Garden Ruin" (sto ripassando in previsione della - personalmente attesissima - data di Bologna)
- Giant Sand "It's All Over... The Map"
- Giancarlo Frigieri "I Sonnambuli" (in attesa di procurarmi al più presto "Togliamoci il Pensiero" - brand new album)
- Fabrizio De Andrè "Canzoni" + "Le Nuvole"
- Foglietti per sosta gratuita o a pagamento (6 - li utilizzo sul retro in caso non abbia fogli a portata di mano)
- Giubotto arancione di sicurezza
- LCD Soundsystem "Sound Of Silver" + "This Is Happening"
- Lou Reed "Animal Serenade 1 e 2"
- Matita a strisce gialle e nere
- Naso rosso da clown di spugna (da regalare in caso di emergenza a Marco Manicardi, socio tecnocrate di Barabba)
- Padre Gutierrez "Il Tempo Stringe In Vita" (se ci fate click sopra potrete ascoltare alcuni pezzi)
- Patrick Ourednik "Oggi e dopodomani: discorsi di cinque sopravvissuti", :duepunti edizioni
- Ombrello pieghevole beige
- Piero Ciampi "Piero Litaliano"
- Piuma di Fagiana (investita quest'estate dall'auto che mi precedeva una sera mentre tornavo a casa. Il cadavere smembrato era in mezzo alla strada. Ho posteggiato la macchina sono sceso e l'ho spostato facendolo scivolare nel fosso accanto, mentre l'investitrice da lontano mi chiedeva, senza scendere dall'auto: "Ma sta bene?!")
- Portachiavi Po di Kung Fu Panda con bastone
- Ronin "L'ultimo Re"
- Evelina Santangelo "Pesci", collana Zoo 10, edizioni :duepunti
- Shunryu Suzuki "Mente Zen - Mente di Principiante" (*)
- The Clash "Super Black Market Clash"
- The Lounge Lizards "No Pain For Cakes" + "Queen Of All Ears" + "S/T" + "Voice Of Chunk"
Valerian Swing "Draining Planning For Ears Reflectors" (se ci fate click sopra potrete ascoltare alcuni pezzi)
- Tom Waits "Closing Time" + "Frank's Wild Years" + "Small Change" + "The Heart Of Saturday Night"
- Alan W. Watts "La Via Dello Zen" (*)

Poi, quando torno, con calma, mi spiegherete perché, una cosa che ho notato adesso trascrivendoli, i titoli degli album hanno tutte le lettere iniziali delle parole maiuscole, anche quando sono articoli o preposizioni.

* i succitati libri sono temporaneamente in transito nel mio cruscotto, da quando ho deciso di fare da traghettatore tra un appassionato di letteratura zen e un aspirante neofita un paio di anni fa e passa. Il neofita me li ha restituiti ormai un anno fa e da allora, nella speranza di incrociare il legittimo proprietario in quel di Bologna, me li porto sempre appresso. Nel corso di un paio di controlli stradali, occupando lo stesso spazio dei documenti e scappando fuori per primi, hanno avuto il pregio di farmi passare dallo status di potenziale Charles Manson a quello di innocuo frikkettone new age in un istante. Per questo motivo non ho poi troppa fretta di restituirli. In cambio di questo loro servigio (involontario) mi sono imposto la difficile promessa di non leggerli mai.


venerdì 12 ottobre 2012

Sinistrismi 13: la tasca

Sabato scorso eravamo a Ferrara per il Festival d'Internazionale.
Giornata calda, molto più calda del giorno prima dove alla sera è arrivato del vento fresco.
Fin dalla mattina, sono uno che suda molto in genere, mi sono preso la briga di mettermi delle braghe corte.
Erano braghe al ginocchio, di stoffa, grigio scuro.
E avevano una sola tasca posteriore: la destra.

Voi non potete immaginare il fastidio di mettersi il portafoglio contro la chiappa sbagliata per un viaggio intero. Provateci.

Ma il meglio l'ho dato al momento di pagare il pranzo, alla cassa di un bar dentro il chiostro di San Paolo, mentre eravamo immersi nella fiumana inarrestabile di giovani e non giovani che accorrevano per ascoltare storie vere e commoventi di donne mediorientali che giorno dopo giorno lottano contro i soprusi dei propri concittadini di diverso genere.

Avevo nella mano destra il telefono, o il programma, non ricordo, e la cassiera mi aveva appena presentato lo scontrino in attesa che le allungassi i contanti. Immediatamente, la mano sinistra svelta saetta verso la tasca posteriore sinistra, che ovviamente non c'è. Subito, senza demoralizzarsi né chiedermi niente, ripassa davanti all'ombelico (che tutto vede, tutto sente, tutto sa ma niente dice) e procede verso la tasca posteriore destra, costringendomi a una torsione degna del Laocoonte di Michelangelo. La mano sinistra però non ci arriva.
Ma insiste. Insiste e tira.
Insiste al punto da farmi fare un giro di 360°.
Una veronica.
Una vera veronica su me stesso, tra lo stupore della cassiera, dei giovani e non giovani affamati e accaldati intorno.
L'Amore mio era a prendere i posti a sedere, la calca l'ha protetta dalla mia prodezza da torero.

Quando la faccia, che prima stava seguendo la mano sinistra chiedendosi dove potesse andare a finire se non fosse che è attaccata al polso e al braccio e da lì al resto del corpo, mi torna sullo sguardo incuriosito della cassiera, accenno un sorriso.
Alle mie spalle esplode un applauso, composto ma sentito.
Ovviamente sono tutti applausi per le beniamine che sfidano il mondo sciovinista e sessista del Nordafrica.
Ma io, comunque, per sicurezza, non mi volto.

lunedì 8 ottobre 2012

La lista del lunedì 1: cartella di cuoio

Salve, questa è una nuova rubrica, semplice semplice, perché in questo periodo devo fare un po' di chiarezza , anche nella mia vita, e parto dalle cose che ho più vicine a me.
Quindi, dentro la mia inseparabile cartella di cuoio marrone con tracolla, che ho miracolosamente salvato da un lancio del precedente proprietario nel cassone dei rifiuti ingombranti della "stazione ecologica" dove istruivo le persone su dove smaltire che cosa, oggi trovo:
- il libro Alzate l'architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione di J.D. Salinger
- un segnalibro fatto di pellicola cinematografica (idea soggetta a copyright)
- una agenda rossa annuale con elastico
- un taccuino nero con elastico (iniziato il 16 settembre 2012)
- un quadernino marroncino (iniziato il 14 agosto 2012 - finito il 14 settembre 2012)
- una busta da A4 plastificata con dentro le carte d'imbarco per un volo Orio al Serio (BG)-Cork (IRL) e viceversa (parto questo giovedì 11 e torno giovedì 18)
- una busta bianca di carta da A4 delle poste italiane imbottita con dentro fogli bianchi, alla bisogna
- una macchina fotografica digitale compatta con annessa custodia imbottita
- occhiali da vista con custodia
- occhiali da sole senza custodia
- una custodia per occhiali con apertura a scatto che uso come portapenne (idea soggetta a copyright)
- due matite lapis: una corta e azzurrina, l'altra lunga e marrone
- un temperamatite a due fori
- una gomma
- due matite a micromina
- tre biro nere bic
- una biro nera a scatto
- una biro pilot nera
- una biro pilot blu
- un pennarello nero indelebile
- due pacchetti di fazzoletti (uno quasi finito)
- una molletta di legno corta con su scritto dodici, rubata al ristorante cinese dove ho festeggiato l'arrivo del 2012
- un portachiavi multitasking con diecimila funzioni, dalla bussola alla lente, dall'apriscatole al cacciavite
- una moneta/medaglione recante lungo il bordo la scritta: "Opatija Medveja Zagreb Umag Rijeka - Hemingway Bar" e al centro un incisione del faccione barbuto di Ernest, regalo di mio fratello al ritorno dalla Croazia (quell'uomo ha bevuto dappertutto)
- una lettera c di metallo, probabilmente appartenuta alla griffe di un trattore, trovata durante i giri per ViaEmiliaDoc
- una caramella fisherman'sfriend arricciata sui lati, come se avessero cercato di spremerla
- una spilletta dei Minor Threat
- un bottoncino blu coi buchi al centro rotti
- una castagna (la saggezza popolare dice che con una castagna in tasca o in dosso non ti ammali mai)
- una ghianda di quercia (nessun motivo apparente)
- una mandorla secca, souvenir di questo viaggio qui.

giovedì 4 ottobre 2012

Per Amore di Bacco: un reportage autunnale, con foto (prima parte)

Non ho scritto per due settimane, lo so, ma ci ho la scusa pronta: lavoravo. Ma lavoravo per bene, sodo, lavoravo dodici o tredici ore al giorno, consecutive, con pausa pranzo di mezz'ora.
Lavoravo così tanto che non leggevo più di quattro righe alla sera e poi crollavo, e chi mi conosce sa che è quasi incredibile tutto questo.
Ma lavoravo per un bene comune, per una gioia collettiva, per mandare avanti ancora per un altro anno il monumento alcolico della mia zona: IL LAMBRUSCO.
Un mese di addetto ai filtri presso la cantina Civ & Riunite di San Marino di Carpi.
Contratto a tempo determinato per una felicità illimitata.
Sarebbe lunghissimo e complicato rendervi edotti su tutti i svariati passaggi e le innumerevoli procedure che portano l'uva da sereno grappolo attaccato alla vite a vino in bottiglia (di alcuni ovviamente ne sono all'oscuro anche io), posso però tranquillamente assicurarvi che, come per il monumento alimentare della zona (AL PORC), dell'uva non si butta via niente, ma niente niente. Giuro.
Anzi. Si arriva a un punto della macerazione, pressione, drenazione, filtrazione che, per evitare che altri cerchino di produrre alcool da ciò che la cantina sta smaltendo, mi son trovato a spargere una polverina bianca corrosiva  in grado di azzerare la fermentazione della feccia.
Ma partiamo dai capisaldi, con ausilio visivo.
Appena apri la porta ed entri nello spogliatoio per cambiarti, in alto sul muro, dove solitamente vedi un muffito e tristo crocefisso, trovi questa immagine qui:

E ti dici, Beh, dai, cominciamo bene! poi abbassi lo sguardo e trovi l'altro spirto benaugurante:


Così, alle 7:58 di mattina, rinvigorito da un caffè bollente e rinfrancato dai Lari che proteggono la cantina, indossati gli scarponi antifortunistici, ti porti verso il tuo nuovo lavoro, che è davvero nuovo, nel senso che una cosa così, se come me fai parte del quartario avanzato (talmente avanzato da confondersi con l'orizzonte, come dissi una volta), quello che smanetta tutto il giorno davanti a un pc e deve essere pronto a rispondere contemporaneamente a varie istanze, dubbi e rotture di maroni sia extraschermo che intra, non l'hai mai fatta.
Qui si torna alla meccanica, alla chimica, alla pressione e alle reazioni chimiche, ai tubi, all'acciaio, alle fabbriche alla Tempi Moderni di Charlie Chaplin, alla tecnica che prende la materia grezza fornita dalla natura e la raffina fino a farne un succo civilizzato, elegante, limpido, che ci inebria e ci riporta verso un primordiale stato di natura. 
Come in un girotondo. 
(fine prima parte)