lunedì 30 luglio 2012

Back to School 10: i dieci comandamenti

1) UN PIEDE ALLA VOLTA
2) POI PASSARE ALL'ALTRO
3) USARE TUTTE DUE LE MANI
4) LACCI LUNGHI UGUALI
5) É LA COSA Più LUNGA DA FARE QUANDO HAI FRETTA
6) DOPO LA PRIMA VOLTA TI SENTI FINALMENTE PARTE DELL'UMANITà
7) A OCCHI CHIUSI è QUASI DA ONANISTI
8) QUANDO POI FARAI IL NODO ALLA CRAVATTA ENTRERAI NEL MONDO ADULTO
9) DOPO AVER FATTO L'AMORE é PIù FACILE
10) SOTTO, SOPRA E INCROCIA, GIRA, GIRA, INCROCIA E STRINGI, PRATICAMENTE LO   SCHEMA DEL FOGGIA DI ZEMAN


Questo decalogo è finito pure in un libro, tutto sui nuovi dieci comandamenti, con contributi vari e variabili. Il libro poi è stato presentato nell'ambito del festival Torino Spiritualità, edizione 2010 appunto (per farvi un'idea: http://www.facebook.com/note.php?note_id=139410559433388). 

sabato 28 luglio 2012

Sinistrismi 8

Sinistrare, sul vocabolario, vuol dire andare male, e ci pensavo mercoledì mattina, dopo la notte quasi insonne tra caldo e ansia, mentre dopo essere arrivati alle 8e30 del mattino per il test a crocette del tfa (che sta tirocinio formativo attivo, brrr) di Modena per chi vuole insegnare materie letterarie alle medie o ai professionali, dichiarato per le 10, iniziava alle 11e15. Pensavo a sinistrare anche perché le seggiole, sempre per via del pensiero unico destrorso, avevano il ripiano ripiegabile d'appoggio solo sul lato destro. Poi, dopo 2 ore e mezza tutto storto per poter scrivere sui fogli, doccia a casa che si a leggere una cosa per una buona causa, con tanta bella gente. Poi a casa, tardi, poi mattina lavoro (campogiochi coi bimbi) fino alle cinque, poi sera lavoro (cinema estivo, faccio andare la pellicola, la faccio andare a sbattere contro un muro di una casa) poi di nuovo campogiochi versione notturna (arrivo in tempo per la caccia al tesoro - ore 00:15 - e li facciamo dormire in tenda lì nel campo, anche se dormire è parola grossa, si tranquillizzano verso le 4 del mattino e alle 8 il sole ci sbranda tutti). Poi al mattino, visibilmente affannati, riprendiamo le attività, poi in pieno pomeriggio smontiamo le tende ( momento antispot: le più facili da aprire sono le più difficili da richiudere) e via, a casa, che ci si lava e si parte per Iggy Pop & The Stooges, a Villafranca di Verona. Sono veramente a pezzi e dopo i vari gruppi spalla (CUT su tutti!) all'ingresso dei vegliardi protopunk guardo meglio L'Iguana. Anche lui sembra tutto sciancato, con la scoliosi e la gamba destra un po' stencha, anche lui sembra un po' disastrato, stanco ma con tanta voglia di gridare, come uno che sta andando a male, un po' sinistrato, come me. E allora mi butto nella mischia. Per farmi del male. Per stare meglio. Oh Forgotten Boy.

lunedì 23 luglio 2012

Back to School 9: descrivere un evento storico a cui hai partecipato


Avanzavano. Erano tanti, tutti diversi, a gruppi di venti o trenta. C’erano anche gruppi da quattro o cinque, ma la stragrande maggioranza erano branchi abbastanza numerosi. Con andatura costante venivano avanti. Erano di tanti colori e tanto diversi ma erano lì. Tutti insieme. E avanzavano.
Sorridevano. Erano uomini e donne, quasi tutti giovani. Alti o bassi, secchi secchi o possenti, erano tutti forti, aitanti. Sorridevano tutti. Sorridevano e salutavano. Uno di loro, se erano in tanti anche di più, teneva in alto un grande stendardo  coi colori accesi della propria nazione e quasi sempre mi chiedevo che nazione era, se era calda o fredda, se aveva acquazzoni o deserto, se aveva le capanne o i grattacieli, se erano in guerra, in guerra civile o in pace. Entravano tutti da un lato dello stadio, migliaia di passi sulla sabbia rossa della pista d’atletica. La folla non smetteva di gridare e applaudire. E loro avanzavano, sorridevano e salutavano.
Sembravano non finire più. Una sfilata infinita e avanzante. Quando uscivano dall’ombra del sottopassaggio ed entravano nello stadio lo speaker li annunciava ma io non capivo chi erano. Ero un po’ confuso, stordito. I megafoni gracchiavano. La folla non smetteva un secondo d’incitare. E lo speaker parlava inglese. Era il corteo inaugurale delle Olimpiadi di Sidney del 2000. Era settembre. Un bel caldo. Sia qua che là. Qui mezza mattinata, là c’era il sole uguale. Non so. So solo che non finivano più.
Mi sforzavo di stare calmo e di immaginare tutti quei paesi dove ormai non sarei mai potuto andare. Carpi. Casa mia. Profilattico rotto. Corsa al consultorio di Modena. Lei entra per fare la visita di controllo prima di ricevere la pillola del giorno dopo. In realtà le stanno facendo una ramanzina, camuffata da prevenzione. Funziona. Da quella volta comincia a prendere la pillola. Durex addio. E io cosa faccio mentre lei viene consultata? Dopo aver girovagato per il salone, in preda a comprensibile ansia, e dopo aver capito che in movimento o seduto sono già ininfluente a questo punto della storia, mi siedo sul divano sfatto della sala d’attesa, rosa tenue, rosino. Di quelli con l’imbottitura in spugna. In angolo, nel salone, un bel tivù da 32 pollici, a occhio e croce. Non voglio pensare: la testa mi scoppia. Non leggo: le poche riviste buttate intorno fanno solo aumentare l’ansia. Non ricordo se la tv era già accesa, o se l’ho fatto io, se era già su quel canale o l’ho cambiato col telecomando. Non ricordo il telecomando. Solo una processione festante e io che ormai sentivo di esserci finito dentro per bene, dentro in pieno, nell’interminabile catena del genere umano.


Questo compito in questi giorni vi farà capire cosa penso tutte le volte che in tv parlano di Londra 2012.

venerdì 20 luglio 2012

Sinistrismi 7

Se proprio volete aprire quella porta, e ne va pure della vostra vita, ecco... solo una cosa:  non fatela aprire a un mancino, per carità. Garantito che si sbaglia e gira nel verso sbagliato. E allora arrivano i mostri, non riuscite a scappare, e siete fregati e "vedrete le vostre vive carni in un vivo sepolcro". O se ci prende, il mancino, non il mostro, e gira per il verso giusto, si finisce in un mondo parallelo e non si torna più a casa.

lunedì 16 luglio 2012

Back to School 8: Scambio di parola - scambio di senso


Quando la Ragione vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché il Signore non vi ha dato guida migliore della Ragione, non vi ha dato arma più potente della Ragione. Quando la Ragione parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il Desiderio contro di voi. Poiché la Ragione è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Ragione è luce nelle tenebre, come la collera è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Ragione, e non l’Impulso, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Ragione è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Sapienza. Se c’è solo Ragione ma non c’è Sapienza, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Sapienza, se non c’è Ragione, è come una casa senza custode. E anche Amore, Giustizia e Bontà servono a poco, se Ragione non è con loro. [Kahlil Gibran – La Voce del Maestro]

Versione Digerente
Quando la Milza vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché il Ventre non vi ha dato guida migliore della Milza, non vi ha dato arma più potente della Milza. Quando la Milza parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il Pancreas contro di voi. Poiché la Milza è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Milza è luce nelle tenebre, come l’Appendice è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Milza, e non l’Intestino retto, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Milza è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Cistifellea. Se c’è solo Milza ma non c’è Cistifellea, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Cistifellea, se non c’è Milza, è come una casa senza custode. E anche Esofago, Stomaco e Fegato servono a poco, se Milza non è con loro.

Versione Automobilistica
Quando la Frizione vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché il Signore dell’autosalone non vi ha dato guida migliore della Frizione, non vi ha dato arma più potente della Frizione. Quando la Frizione parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il Clacson contro di voi. Poiché la Frizione è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Frizione è luce nelle tenebre, come la Biella è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Frizione, e non l’Accelleratore, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Frizione è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Marcia. Se c’è solo Frizione ma non c’è Marcia, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Marcia, se non c’è Frizione, è come una casa senza custode. E anche Motore, Servosterzo e Freni servono a poco, se Frizione non è con loro.


Versione Corporea
Quando la Forfora vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché il Prurito non vi ha dato guida migliore della Forfora, non vi ha dato arma più potente della Forfora. Quando la Forfora parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il balsamo  contro di voi. Poiché la Forfora è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Forfora è luce nelle tenebre, come l’antiforfora  è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Forfora, e non il Bagnoschiuma, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Forfora è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Lanuggine. Se c’è solo Forfora ma non c’è Lanuggine, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Lanuggine, se non c’è Forfora, è come una casa senza custode. E anche Acne, Pus e Cispe servono a poco, se Forfora non è con loro.

Versione Familistica
Quando la Suocera vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché il Matrimonio non vi ha dato guida migliore della Suocera, non vi ha dato arma più potente della Suocera. Quando la Suocera parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il Genero contro di voi. Poiché la Suocera è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Suocera è luce nelle tenebre, come la Moglie è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Suocera, e non il Cugino, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Suocera è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Zia acquisita. Se c’è solo Suocera ma non c’è Zia acquisita, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Zia acquisita, se non c’è Suocera, è come una casa senza custode. E anche Nuora, Cognato e Orfano servono a poco, se Suocera non è con loro.

Versione Domestica
Quando la Maniglia vi parla, ascoltatela, e vi salverete. Fate buon uso delle sue parole, e sarà come se foste armati. Poiché l’Architetto non vi ha dato guida migliore della Maniglia, non vi ha dato arma più potente della Maniglia. Quando la Maniglia parla all’intimo della vostra coscienza, nulla può il Divano contro di voi. Poiché la Maniglia è un ministro prudente, una guida leale, e un saggio consigliere. La Maniglia è luce nelle tenebre, come la Poltrona è tenebra nella luce. Siate saggi: lasciate che sia la Maniglia, e non l’Attaccapanni, la vostra guida.
E ricordate tuttavia: anche se la Maniglia è al vostro fianco, è impotente senza l’aiuto della Porta. Se c’è solo Maniglia ma non c’è Porta, sua sorella di sangue, per l’uomo è come essere senza casa; ma Porta, se non c’è Maniglia, è come una casa senza custode. E anche Finestra, Veneziane e Parquet servono a poco, se Maniglia non è con loro.


Questo compito sembra facile ma non è.

venerdì 13 luglio 2012

Sinistrismi 6

Dicono che porgere la sinistra per le strette di mano può essere offensivo, perché da che mondo è mondo, la destra è sempre servita per raccogliere il cibo e quindi per restare pulita, la sinistra per pulirsi l'ano. Anche noi, a parti invertite, lo facciamo, c'ho fatto caso sotto la doccia. Sempre sotto la doccia ho pensato a chissà quante mani destre di mancini avete stretto nella vita fino ad ora. Quindi cari destrorsi, se a volte vi offriamo la mano sinistra, non rifiutate, poi potreste pentirvene...

lunedì 9 luglio 2012

Back to School 7: Descrivi tua madre in 5 righe


Mia mamma è mora, occhi scuri, abbastanza piccolina.
Si chiama Miriam, che significa Maria in russo e rappresenta, in pieno boom economico, il grande compromesso storico tra i comunisti e mio nonno con la democrazia cristiana e mia nonna.
Ebraicamente, teme moltissimo l’eccesso di felicità.
È molto dolce e affettuosa ma quando guarda la tv e ci sono i politici dice sempre “Vedrete, vedrete” o “Prima o poi la pagherete”.
Dopo la mia nascita ha sviluppato una strana allergia ai frutti con la buccia sottile e per questo da piccolo pensavo che Biancaneve fosse ispirata a una storia vera, con qualche balzo temporale, la sua.


Dedicato alla mamma che proprio ieri ha compiuto gli anni. 

venerdì 6 luglio 2012

Sinistrismi 5

Se ti sto di fronte e dico: "Sei sporco qui," e alzo la mano sinistra per metterla vicino all'angolo sinistro della bocca, nove volte su dieci alzerai la mano destra e toccherai l'angolo destro della tua bocca. Siamo i vostri specchi, e forse per questo ci confondiamo così spesso tra di voi.

lunedì 2 luglio 2012

Back to School 6: Inserisci le prime frasi sentite al mattino e mettile in una storia


«Guarda che non sei mica tenuto a farlo…»
N. mi urla da sotto la tendina del container che ci fa da ufficio.
Il tono è dolce, apprensivo e tipico di chi c’è già passato prima di te. Ma la posa è la stessa di quando intima agli zingari a caccia di metallo di andarsene. Mani giunte dietro la schiena, gambe larghe, faccia in su. È ben piantata lei, cosce piene, busto tozzo e mascella un po’ sporgente. Non è proprio una bellezza e messa così, con gli occhiali da sole, sembra un ducetto con i capelli ricci, lunghi grigi e unti, che gli colano sulle spalle. Ma lo sguardo è dolce, io lo so. Ha lo stesso sguardo del suo bastardino pezzato.
«Siii. Un attimo e arrivo.» belo io accondiscendente. Lancio gli ultimi rami di magnolia nel vascone, mi tolgo i guanti e trotterello al riparo. Il sole è quasi a picco.
Nicoletta è la responsabile qui. E per qui intendo la piccola discarica di Fossoli. Che non si chiama più discarica. Adesso si chiama Centro di Raccolta. Per un po’ si è chiamata Stazione Ecologica. Quasi quasi la stavano per chiamare Isola Ecologica. Il ministero negli ultimi dieci anni ha cambiato nome a questi posti almeno quattro volte. Ecco che cos’è il Potere. Dare nuovi nomi alle stesse cose. Solo quello. Per fortuna i vecchietti continuano a chiamarla discarica.
«Avete messo su l’impianto geografico!»
«Sì, venga signore che le faccio vedere come funziona.»
È il mio compito, il mio mestiere, ancora per pochi giorni. Tutor Ambientale.
Devo informare, educare, insegnare, promuovere le novità introdotte dal ministero dell’ambiente in materia di rifiuti differenziati. Ogni persona che vuole lasciare qualcosa in questi posti deve avere un suo codice identificativo, non ce l’ha? Controlli bene, è una tesserina, oppure gliel’hanno stampato sull’ultima fattura dei rifiuti, rifiuti mi raccomando, non gas o luce, rifiuti. Con quel codice identificativo si sblocca una pistola, sì sì, sembra il salvatempo, lei punta le figure, sotto ci sono i codici a barre, ci spara sopra e così noi sappiamo che cosa ha buttato, ok? Noi, dio… il ministero, cosa vuole che cambi alla ditta se ci butta trenta chili di vetro o due sedie rotte. Così alla fine dell’anno il ministero sa da dove proviene tutto il ciarpame del “Centro di Raccolta” di Fossoli e di tutt’Italia. «Cosa se ne fanno di tutti questi dati?» Ogni volta che me lo chiedono immagino la ministra, bella donna, tuffarsi nuda e liscia in un mare di fogli traforati lungo i bordi come Paperon De Paperoni tra i dollari. Immagino i funzionari darsi alla pazza gioia con barchette e cappelli da muratore. Batterie di aeroplanini che planano fuori da finestre imponenti. Origami di brontosauri scala 1 a 1.
E invariabilmente rispondo: «Censimento, statistiche» oppure: «Sa, le nuove normative sulla trasparenza». Nel novantotto per cento dei casi, tutto si ferma lì. Con i pignoli improvviso.
«Allora signore, è come alla Coop, ha presente? Solo che là è facoltativo, qua è obbligatorio.»
Nicoletta mi osserva e registra tutto. Tra poco sarà lei a dover recitare questo canovaccio. Io ormai mi limito a memorizzare i nomi più splendidi: Remigio La nubile, Paola Pilu, Margot Kapfenberg, Vulmeria Cavazza, Uber Guerra. Il signore che ho davanti. Uber Guerra, sempre guerra. In effetti è grosso e abbronzato, tutto vestito di bianco, sembra un fabbro mitologico nei panni di un gelataio. L’espressione del viso invece è mite, l’età indefinita. Come N. Ma lei è solo più rovinata della sua età. Mentre s’informava sul mio strabiliante curriculum e le stavo raccontando l’ardua fatica  del proiezionista e la sacra solitudine che traspira dalle cabine sopra alle sale cinematografiche, le è scappato: «al Corso c’era uno, lo conoscevamo, lo chiamavamo Metadone…». Eccola: N. giovane e disperata, spensierata eroinomane a cavallo di una moto da easy rider nei rampanti e marci anni ottanta.
Uber ha la macchina ricoperta di secchi pieni di pietra, ma è pietra liscia, grigia scura, quasi elegante. Come al solito il boy-scout che è in me preme e allora mi rimetto i guanti. Appena riesci a trascinarlo fuori, ogni secchio ti stira le braccia di una spanna.
Sbuffando col sorriso dico: «Quanta pietra aveva in casa!»
«Sai quanto ci si mette a buttare giù una scala?» e ride.
No. Forse l’ha fatto a mani nude. Nomen Omen.
«Ha controllato prima se su non è rimasto nessuno?»
«Cosa?»
«Niente, niente».

Sempre Scuola di Scrittura Elementare Emiliana con Maestro Unico Paolo Nori
Il bello di questo compito era capire quali frasi erano vere e quali false.