martedì 22 gennaio 2013

Consacrazione


La libreria è un ex magazzino dei libri resi alla casa editrice, a campata unica, con le strisce di adesivo industriale ancora sul pavimento, a dirti dove andavano i muletti e i pallets. È a Modena, in piena zona industriale, e di fianco i nostri vicini vendono materassi o mercedes. La facciata è una vetrata gigante, integrale. A venticinque passi dalla Via Emilia. Li ho contati, lo giuro. La grande e infinita arteria che mozza la mia regione in due. Un rumore infinito. Costante. Con picchi causati da clacson, frenate, incidenti e sirene. Onnipervasivo. Prima, nella mia testa, questa parola aveva un significato lirico, musicale, era sinonimo di Wagneriano. Ora Via Emilia uguale Traffico Onnipervasivo.

La libreria era stata aperta a novembre dell'anno precedente e non passava giorno che non entrasse qualcuno a chiedere cosa vendevo lì. Proprio così. Col punto interrogativo. Senza nemmeno tentare ipotesi. Poi c'erano dei tipi, più minacciosi, che venivano col passo diretto e sostenuto, prendevano con fare deciso la maniglia, lo sguardo già un po' incarognito, la bocca storta per lo sforzo di aprire la porta, poi, nel percorso per raggiungermi al bancone,  si guardavano intorno, vedevano pile di libri ovunque e dicevano un po' delusi: “Ah, ma non è più il mercatino dell'usato...

Quindi, dopo un anno di domande stralunate, invasioni inopportune e pressioni sulla miope dirigenza, finalmente, arriva l'insegna. Lunga tutta la vetrata. Luce bianca neon. Scritta rossa. La prima sera che l'abbiamo accesa qualcuno ci ha pure fatto la foto. Quella sera stessa, avevo appena chiuso la cassa, nascosto il contante e stavo per mettere a posto le ultime cose quando dall'altra parte della vetrata compare un tizio, uno qualunque, la prima vittima dell'irresistibile richiamo luminoso.
Scusiii!!!” sbraita lui per sovrastare il traffico serale che romba alle sue spalle "C'ha mica il Nome della Rosaa?".
E allora io, con calma, di qua dal vetro, sorridendo, col cuore pieno d'orgoglio, muovo più volte la testa, da sinistra a destra.


Questa storiellina mi è tornata alla mente grazie al blog di Stefano Amato (lo trovate anche qui nella colonna di fianco) che ha la mia più piena ammirazione per la scelta coraggiosa di vivere tra i libri e cercare giorno dopo giorno di creare accoppiamenti giudiziosi tra questi e la specie umana. 
In quella libreria non ci lavoro più ma questa, come si dice, è un'altra storia...

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Karl Kraus