sabato 23 giugno 2012

Dizionario critico

Ho appena finito di leggere un racconto lungo di Lev Tolstoj, Due ussari, e ci ho trovato un mucchio di parole non proprio attuali, come caposcarico, subisso, raffi, passereto, l'uzzo, mucido, ratratti, fisciù, accerita, muglio, piancito, inframmettenze, reseda, anfanare, insoffribile e vagellando. Parole un po' impolverate, parole dimenticate, dal sapore un po' di mucido appunto, che ho riconosciuto, riscoperto nella memoria, cercato sul dizionario o capito dal contesto. Il binomio cerniere rotanti, invece, presente nella nota introduttiva di Italo Calvino, che si riferiva alla struttura e alla forma del racconto, non l'ho ricordato o capito dal contesto, ma ormai, avendolo letto prima del racconto, l'ho cercato in ogni capitolo e in tutta la storia chiedendomi se Calvino si riferisse a quel dialogo, o a quella descrizione, oppure a quell'intreccio, senza mai essere convinto di aver capito cosa volesse dire Calvino. Alla fine Il binomio cerniere rotanti l'ho trovato e l'ho pure visto, su un sito web per trattori. Così sono ancora più confuso. Spero che Tolstoj pretenda delle spiegazioni. In caso di duello, porterò le pistole.    

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Karl Kraus