giovedì 31 gennaio 2013

Una fiaba dal Natale alla Befana: Sul fondale (4)

Riassunto delle puntate precedenti:
Pietro Specifico, il ragazzino che affonda senza fatica, ha cominciato la sua discesa nel mare. 
E siamo già al gran finale. La prima puntata è qui. La seconda qui. La terza è qui.

Ad ogni passo Pietro affonda ormai fino alla caviglia. Il blu intorno a lui ha smesso di assomigliare al tubetto che usa quando colora il mare che disegna come una fila sterminata di corone.  È diventato più scuro e molto più freddo.  La pressione dell'acqua intorno e sopra di lui ha raggiunto un livello insopportabile. Pietro è costretto ad arrancare, una mano sul tubo, l'altra a tappargli il naso per permettergli di decomprimere e stapparsi le orecchie. Pesci non ne scorge più, ma neppure le alghe sembrano aver messo casa in questa parte del mare. Strano, - pensa - sembra una scalata a rovescio, ma la fatica rimane. Non mi sento tanto bene. E chissà se avrò abbastanza metri ancora per arrivare in fondo...ho solo voglia di dormire...

"Pietro?" dice vicino una voce, in un sussurro. 
"Chi... chi è?..."
"Io Pietro, son qui."
"Qui dove?"
"Qui, guarda su!"Pietro alza lo sguardo, e non sa bene cosa vede. Vede una cosa bianca, sottile, al centro di un alone. Quella cosa è luminosa ma di una luce tenue, come quella delle lampadine che mamma e papà mettevano nella presa della corrente quando aveva paura del buio. Un fantasma, Pietro pensa subito. Non nuota ma fluttua. Come se stesse volando. Bianca è bianca. Non ne vedo il volto, Ok, è un fantasma. Ed è pure femmina, cioé, è un lenzuolo sottile avvolto intorno a una femmina, quello Pietro lo capisce, da alcuni "dettagli". Ma è sicuro che tolto il lenzuolo, sotto non ci troverebbe niente, come i palloncini dei luna park. Certo, pensa Pietro, ci vado io in mare, perché non dovrebbero esserci anche loro, i fantasmi?  
In  questo momento Pietro dovrebbe avere paura, ma non ci riesce. Pietro è arrossito. Questa voce, la voce della cosa bianca, è una voce dolce, che fa carezze. È la stessa, identica, voce della ragazzina, lentiggini-nasinobottone-occhiverdi-ricci rossi, in terza fila, che a Pietro chiede sempre il temperino e in risposta lui  sorride, sorride sempre, muto mutissimo mentre glielo consegna, con minuscola unione dei polpastrelli, però poi abbassa sempre lo sguardo. Ma sorride ancora.
E anche qui, riflesso condizionato, sorride talmente tanto che un altro po' gli scappa il tubo e chiede, flautato, rapito: "E tu, chi sei?"
"Sono Elenzuola, la fatina."
"La fatina?"
"Sì, la fatina dei letti disfatti, Elenzuola, proprio io Pietro. Sai quando stai facendo un sogno bellissimo, di quelli che corri per un prato che non finisce più oppure stai combattendo contro il drago o stai cercando un tesoro nascosto, volando come superman, e suona quella orribile sveglia, e tutto si rompe in mille pezzi e devi scappare a scuola? Ecco, quando te ne vai io resto lì, m'infilo nel tuo letto caldo, e comincio a rimettere a posto il tuo sogno in mille pezzi con colla e scotch. Non hai idea dove possono cacciare i pezzi più piccoli, ci sono schegge dappertutto e se non rimetti a posto tutti i pezzi non gira mica, sai? Quella del salto in botte dalle cascate del niagara mi stava facendo impazzire... devi smetterla di vedere certi documentari alla sera..."
"Uao..." dice Pietro "quindi è merito tuo se poi alla sera posso riprendere a sognare esattamente dal punto in cui mi avevano interrotto la sera prima? grazie! grazie mille!
"Figurati... come dice la fata turchina: È un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! Ma tu piuttosto, cosa ci fai qui?"
"Lo sai no? ogni volta che entro in acqua io non riesco a galleggiare ma vado giù. Sempre. E allora ho pensato di scoprire perché. O almeno fino a che punto posso arrivare."
"Uhm, ma dici davvero? c'era scritto sul dossier, ma mi sembrava troppo strano, sei sicuro che sia una cosa fisica?"
"Cioé?"
"Cioè che sia una cosa proprio del tuo corpo e non una cosa diversa."
"Non lo so, dici?"
"Dico... ma andiamo avanti, vuoi, giusto?"
"Ah... sì."

Mentre procedono Pietro si sente molto meglio. Non è più solo e si sente sereno, radioso. Certo, il buio all'orizzonte è diventato nero come lo spazio tra le stelle, ma lui, lui la sua stellina ce l'ha, che gli parla, e c'ha pure un nome, Elenzuola. 
Tecnicamente poteva anche dire ai compagni di classe che finivano nello stesso letto, così sicuro avrebbero smesso di chiamarlo Il Pilone, nessuno avrebbe sottilizzato sul come e quando,  ma solo a pensarci era diventato rosso come un'aragosta. Intorno l'acqua è diventata pece e solo grazie alla fatina Pietro sa che il prossimo passo sarà sulla sabbia e non in un precipizio.

Dallo sfondo, che ormai è nero nero, compare una lucina, minuscola. Che ondeggia, lentissima. Elenzuola e Pietro si fermano di colpo. 
"Guarda!" dicono insieme, poi restano lì, col fiato sospeso. 
Anche Elenzuola, si vede perché il telo che la avvolge non si muove.
Poi, senza parlarsi, avanzano ancora di qualche passo.
E alla prima lucina se ne aggiunge una seconda, poi una terza, una quarta, una quinta, finché tutto l'orizzonte non sembra una fila danzante di lucine dell'albero di Natale.
"Siamo arrivati" dice in un soffio Elenzuola "Eccoci sul fondo del mare"
"Davvero?" 
La voce di Pietro dovrebbe essere quella di chi ha raggiunto la meta, ma è una voce delusa, anche se rapita dallo spettacolo che ormai lo sta circondando.
"Vieni, andiamo a vederli da vicino" dice Elenzuola porgendogli un lembo del telo.
"Sicura che mi puoi sollevare? Guarda che sono pesante e tu, tu sei inconsistente, no?"
"Vuoi vederli da vicino o no?"
"Certo, ma chi sono? li conosci?"
"Sì, in un certo senso..."
E allora Pietro si aggrappa al lembo e in un lampo si ritrova sospeso, fluttuante, accanto a Elenzuola, in questo fantastico valzer di luci in fondo al mare. Pietro solo nei sogni ha saputo cosa vuol dire stare sospeso e ora che finalmente si trova a galleggiare, non ha parole per esprimere questa sensazione da così tanto tempo aspettata.  

"Pietro, questi sono gli ultimi abitanti del mare, forse non sono stati i primi a viverci, ma sicuro saranno gli ultimi. Vivono qui da prima che le scimmie iniziassero a contarsi le dita, vivono qui da quando è iniziata la vita su questo pianeta e sono qui da sempre. Sono gli estragoni, i pesci lanterna."
E mentre Elenzuola parla, in sussurri, Pietro e lei sfilano in questa galleria di occhi neri e denti aguzzi e sguainati con in mezzo alla fronte una lucina che li guida e orienta, ghigni furiosi innestati su minuscoli corpi. Maschere di un carnevale andato a male, che dura da millenni.  
"N-non ci possono sentire vero?" chiede Pietro, ora davvero terrorizzato.
"No, se non facciamo troppo rumore, non hanno orecchie, l'unico modo che hanno per sentirci è entrare nel loro alone di luce, cosa che ti consiglio di fare... però ti racconterò il loro segreto..."
Pietro, dallo stupore e dal terrore, non sta respirando, ma con due muscoli delle sopracciglia fa capire alla fatina di andare avanti.
"I pesci lanterna, gli estragoni come li chiamiamo noi, sono qui... da sempre... perché non hanno mai visto al di là di quello che hanno davanti... quella luce che invece di aiutarli... li tiene qui immobili da milioni di anni... Non hanno mai capito di essere loro la fonte della luce... e credono sempre che tutto ciò che gli passa vicino venga inviato dalla luce per aiutarli o sfidarli... E restano qui in attesa che la luce mandi loro qualcosa, ancora, tra un'ora o tra un anno, da secoli e secoli. E sono sempre uguali a se stessi, e non cambiano mai mai mai... E tu, forse, sei stato un po' come loro."
"In che... in che senso, scusa?" all'orrore dentro Pietro si stava mischiando anche un po' di corruccio, ma giusto qualche strisciolina.
"Nel senso che... a volte... la cosa migliore è cominciare a guardare le cose in modo nuovo... come hai iniziato a fare da quando sei qui in mare."
E qui Elenzuola libera di colpo il drappo dalla mano contratta di Pietro, che se potesse, farebbe pure lui gli occhi tondi e giganti degli estragoni, ma poi sente che non sta cadendo giù. Sta ancora galleggiando. Senza l'aiuto della fatina. 
E forse. 
Un sorriso. Un sussurro. "Grazie fatina". 
Ancora un momento, immobile e opaco al centro di questa girandola luminosa.
Poi Pietro alza gli occhi e guarda tutta questa distesa infinita d'acqua sopra di sé.
Com'è profondo il mare, pensa. 
E lentamente, senza muoversi, comincia a risalire.

martedì 29 gennaio 2013

La lista del lunedì (bis): graphic novel 2012

Sì, succede anche questo, il bis.

Perché questo mese non poteva finire senza avervi segnalato tutti i graphic novel (o le graphic novel secondo alcuni) che ho letto l'anno scorso.

Mea culpa per non averveli accorpati con la lista dei libri letti nel 2012, ma alla fine da questa dimenticanza è nata una soluzione più chiara e più utile.

Infatti la lista sarà senza descrizioni, aggettivi o qualificazioni perché, saranno tutti quegli anni di apprendistato nel mondo dei fumetti, sarà la fortuna, l'anno scorso tutti i volumi che mi sono capitati tra le mani meritano la visione con lo sguardo meravigliato dei bambini e l'occhio stupito dell'ammiratore.

D'accordo, è vero, alcuni meritano un po' di più e metterò il classico consigliato o consigliatissimo tra parentesi ma in generale, se il mondo dei libri pieni solo di parole avesse la stessa qualità dei disegni con parole , avremmo davvero una bellissima editoria italiana. Ma bando alle ciance, ecco la lista (in ordine puramente casuale):

  1. Nessuno mi farà del male, Giacomo Monti, Canicola Edizioni 
  2. Post Coitum: satire di un tardo impero, Makkox, Bao Publishing 
  3. Ladolescenza, Makkox, Bao Publishing (consigliato!) 
  4. Se muori siamo pari, Makkox, Bao Publishing (consigliatissimo!) 
  5. Luke, Alice Socal, Giuda edizioni 
  6. La coda del lupo, Marino Neri, Canicola Edizioni (consigliato!) 
  7. Barcazza, Francesco Cattani, Canicola Edizioni 
  8. Palindromi, MPCinque, Grrrzetic Editrice (consigliato!) 
  9. Be a Nose! con tre sketchbooks, Art Spiegelman, Einaudi 
  10. L'Eternauta, Hector G. Oesterheld e Francisco S. Lopez, I classici del fumetto di Repubblica (imprescindibile! ancora mi chiedo come ho fatto a parlare di comics prima di averlo letto) 
  11. Grano blu, Anke Feucthenberger, Canicola Edizioni 
  12. Coltrane, Paolo Parisi, Black Velvet (consigliatissimo!) 
  13. Irene e i clochard, Rupert & Mulot, Canicola Edizioni 
  14. Presina, Resina autoproduzioni featuring Tuono Pettinato (edizione limitata in 100 copie!) 
  15. Geographical Institute Of Unconventional Drawing Arts, rivista numero III, Giuda Edizioni 
  16. Geographical Institute Of Unconventional Drawing Arts, rivista numero IV, Giuda Edizioni 
  17. Il numero delle bestie, Ericailcane, Galleria D406 
  18. Asterios Polyp, David Mazzuchelli, Coconino Press 
  19. Humus Vertebra, Stefano Ricci, Galleria D406 
  20. Acqua storta, MPCinque e Valerio Bindi, Meridiano Zero graphic 

e per finire svariati e innumerevoli Rat-Man del grandioso Leo Ortolani, in dosi più che adeguate a raddrizzarvi le giornate.

lunedì 28 gennaio 2013

La lista del lunedì: le funzioni di Propp

Volevo sfiancarvi con la lista completa e aggiornata dei seicentotrentotto tentativi di assassinare Fidel Castro (sì, seicentotrentotto, è pure entrato nei guiness dei primati per questo) ma dubito che ci saremmo arrivati in fondo, quindi oggi vi propongo una lista che mi è capitata tra le mani durante una lettura: la lista delle funzioni di Vladimir Jakolevic Propp.
La lista contiene tutti gli elementi, a volte può mancarne qualcuno ma la successione degli eventi è quella, per la creazione di una fiaba. Se volete giocarci un po', sopratutto se la conoscete già, potete estraniarvela, come ho fatto io: immaginate una storia vera, un fatto storico o un aneddoto, imprimetecelo sopra e cominciate a vedere passo dopo passo, in controluce, dove la sequenza sbanda, fuoriesce e dove invece ricalca esattamente la sequenza. Poi cominciate ad applicare questo esperimento ai vari generi e sottogeneri narrativi. Non l'ho ancora verificato ma posso scommettere che queste 31 funzioni, rispettate o ribaltate nella sequenza o nel significato, hanno la capacità di contenerli tutti:

  1. allontanamento
  2. divieto
  3. infrazione
  4. investigazione
  5. delazione
  6. tranello
  7. connivenza
  8. danneggiamento (o mancanza)
  9. mediazione
  10. consenso dell'eroe
  11. partenza dell'eroe
  12. l'eroe messo alla prova dal donatore
  13. reazione dell'eroe
  14. fornitura del mezzo magico
  15. trasferimento dell'eroe
  16. lotta tra eroe e antagonista
  17. l'eroe marchiato
  18. vittoria sull'antagonista
  19. rimozione della sciagura
  20. ritorno dell'eroe
  21. sua persecuzione
  22. l'eroe si salva
  23. l'eroe arriva in incognito a casa
  24. pretese del falso eroe
  25. all'eroe è imposto un compito difficile
  26. esecuzione del compito
  27. riconoscimento dell'eroe
  28. smascheramento del falso eroe o dell'antagonista
  29. trasfigurazione dell'eroe
  30. punizione dell'antagonista
  31. nozze dell'eroe

martedì 22 gennaio 2013

Consacrazione


La libreria è un ex magazzino dei libri resi alla casa editrice, a campata unica, con le strisce di adesivo industriale ancora sul pavimento, a dirti dove andavano i muletti e i pallets. È a Modena, in piena zona industriale, e di fianco i nostri vicini vendono materassi o mercedes. La facciata è una vetrata gigante, integrale. A venticinque passi dalla Via Emilia. Li ho contati, lo giuro. La grande e infinita arteria che mozza la mia regione in due. Un rumore infinito. Costante. Con picchi causati da clacson, frenate, incidenti e sirene. Onnipervasivo. Prima, nella mia testa, questa parola aveva un significato lirico, musicale, era sinonimo di Wagneriano. Ora Via Emilia uguale Traffico Onnipervasivo.

La libreria era stata aperta a novembre dell'anno precedente e non passava giorno che non entrasse qualcuno a chiedere cosa vendevo lì. Proprio così. Col punto interrogativo. Senza nemmeno tentare ipotesi. Poi c'erano dei tipi, più minacciosi, che venivano col passo diretto e sostenuto, prendevano con fare deciso la maniglia, lo sguardo già un po' incarognito, la bocca storta per lo sforzo di aprire la porta, poi, nel percorso per raggiungermi al bancone,  si guardavano intorno, vedevano pile di libri ovunque e dicevano un po' delusi: “Ah, ma non è più il mercatino dell'usato...

Quindi, dopo un anno di domande stralunate, invasioni inopportune e pressioni sulla miope dirigenza, finalmente, arriva l'insegna. Lunga tutta la vetrata. Luce bianca neon. Scritta rossa. La prima sera che l'abbiamo accesa qualcuno ci ha pure fatto la foto. Quella sera stessa, avevo appena chiuso la cassa, nascosto il contante e stavo per mettere a posto le ultime cose quando dall'altra parte della vetrata compare un tizio, uno qualunque, la prima vittima dell'irresistibile richiamo luminoso.
Scusiii!!!” sbraita lui per sovrastare il traffico serale che romba alle sue spalle "C'ha mica il Nome della Rosaa?".
E allora io, con calma, di qua dal vetro, sorridendo, col cuore pieno d'orgoglio, muovo più volte la testa, da sinistra a destra.


Questa storiellina mi è tornata alla mente grazie al blog di Stefano Amato (lo trovate anche qui nella colonna di fianco) che ha la mia più piena ammirazione per la scelta coraggiosa di vivere tra i libri e cercare giorno dopo giorno di creare accoppiamenti giudiziosi tra questi e la specie umana. 
In quella libreria non ci lavoro più ma questa, come si dice, è un'altra storia...

lunedì 14 gennaio 2013

La lista del lunedì: libri non letti sulla scrivania

Torno con questo caro appuntamento della lista del lunedì con una cosa esattamente davanti agli occhi, i libri che ancora non ho letto. Che sono poi la diretta conseguenza dei libri che non comprerò nel futuro prossimo venturo, fintanto che una fila di cotanta lunghezza mi si staglia davanti.
L'ordine di apparizione è assolutamente casuale anche se fa sorgere accoppiamenti, aggregazioni o contrasti tra aree tematiche che in futuro approfondirò. Da sinistra a destra:

- Venedikt Vasil'evic ErofeevMosca Petuski e altre storie, Feltrinelli, (per le altre storie, Mosca-Petuski l'ho già letto e lo consiglio a tutto il mondo)
- Louis Fernand CélineTrilogia del Nord, Einaudi
- Louis Ferdinand CélineGuignol's Band I-II, Casse-pipe, Einaudi
- Paul ValéryPoesie, Feltrinelli
- Marco Belpoliti e Marco SironiGianni Celati, Marcos y Marcos, (regalo di un caro amico)
- Gianni CelatiCinema all'aperto: tre documentari e un libro, Fandango
- Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi
- Fernando PessoaIl libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, Feltrinelli
- Stefano TassinariD'altri tempi, Edizioni Alegre (preso proprio un anno fa dopo una sua lettura ad alta voce in un circolo di Reggio Emilia)
- Wu Ming 2, Basta uno sparo (+ CD reading Razza Partigiana), Transeuropa
- Vico Faggi, Sandro Pertini: sei condanne due evasioni, Mondadori, collana letture per la scuola media (regalo di un caro amico)
- Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura, Garzanti
- Roland BarthesVariazioni sulla scrittura seguite da Il piacere del testo, Einaudi
- Fedor DostoevskijI Demoni, Einaudi (incominciato e interrotto alla fine del primo capitolo, non mi sentivo ancora pronto, ora chissà...)
- Ivan Goncarov, Oblomov, Einaudi
- Friedrich DürrenmattRacconti, Feltrinelli
- Ippolito NievoConfessioni d'un italiano, Garzanti ( preso sull'onda dell'entusiasmo per i centocinquanta dell'unità italica)
- Giorgio FicaraRiviera: la via lungo l'acqua, Einaudi
- Mario TobinoIl clandestino, Mondadori (altro regalo di un altro caro amico)
- Diego MaraniCome ho imparato le lingue, Bompiani (e infatti non le sto imparando)
- Raymond Radiguet tradotto da Francesca SanvitaleIl diavolo in corpo, L'Unità | Einaudi
- Christopher Morley tradotto da Cesare PaveseIl cavallo di Troia, L'Unità | Einaudi
- Arthur C. ClarkePreludio allo spazio, L'Unità
- Ray BradburyMolto dopo mezzanotte, L'Unità
- Ferenc MolnárI ragazzi della via Paal, L'Unità (che me lo ricordavo così bene che non ci credo ancora adesso che non sia ambientato in Italia. Devo averlo confuso col ragazzo della via Gluck)
- Descartes, Discorso sul metodo, Laterza, collana Piccola biblioteca filosofica
- AlbertoArbasino, Fratelli d'Italia, Adelphi (non certo per i centocinquanta italioti)
- Craig ThompsonBlankets, I fumetti di Repubblica- L'espresso (graphic novel romantica e romanticamente adagiata sopra la fila)
- Jeff SmithBone, Bao Publishing (questo sì un bel fumettone, sdraiato a far da contrafforte).


A fine anno saprete cosa è uscito da questa fila. Forse.

domenica 6 gennaio 2013

Una fiaba dal Natale alla Befana: Sul fondale (3)

Riassunto delle puntate precedenti:
Si chiama Pietro Specifico ma i compagni di classe, carogne, lo chiaman Pilone. È entrato nel mare per scoprire perché va a fondo. Prima puntata disponibile qui. Seconda puntata qui.

E Pietro continua la sua discesa.
La sabbia diventa più dura quando c'è da tirare fuori il piede, l'acqua più fredda e densa. C'è sempre più buio ma i tubi di gomma incastonati e galleggianti dietro Pietro funzionano.
Forse avresti potuto mettere qualcuno a guardia del carretto e del tubo, stai pensando in questo momento Pietro eh? Magari qualcuno come Victor Ugo Malinconico... ma si sarebbero accorti di Victor, anche se è così pallido che si mimetizza con gli scogli, perché a volte manda dei sospiri così forti che li sentono anche le talpe in amore, e così l'avrebbero scoperto, poi l'avrebbero svillaneggiato e depredato, e allora addio carretto, e addio segretezza, addio Pietro e addio all'operazione "In Fondo Al Mar" (Sì lo sai benissimo che è un titolo del cavolo ma dopotutto c'hai dodici anni e che altri punti di riferimento puoi avere a dodici anni, a parte la Disney e il National Geographic?)

Sirenette e tritoni a parte, ci sono però un sacco di altri pesci intorno a Pietro, pesci che ha sempre visto in acquari tristi e appannati dei ristoranti o nei banchi refrigerati dei supermercati. Ma vederli vivi, vederli muoversi, ne converrete, è tutta un'altra cosa. Un po' come quando la nonna ti fa vedere le foto da giovane e tu mica ci credi che sono la stessa persona. E poi quel gambero di prima, che parlava addirittura...

Un polpo, più curioso degli altri, con quel suo andare molleggiato, che se fosse su terra striscerebbe, s'avvicina. E parla. Con voce di ragazzina!
"Ciao, io sono Flauta. Tu chi sei?"
"Ciao Flavia, mi chiamo Pietro, piacere"
"No, no, non Flavia, Flauta. Flavia è mia cugina, o era mia nipote, o mia cognata..."
E mentre il polpo, che a sto punto, per correttezza, possiamo chiamare polpessa, si perde a pensare, i suoi tentacoli, come in preda a tic nervosi, non la smettono di girare e turbinare in scatti improvvisi, al punto che Pietro non sa se scansarsi  o ridere.
"Dunque, c'è mia sorella Traversa, poi c'è Ottavina, la figlia di Fagotta e Oboe...poi c'è Clarinetto, ma lui è un maschio...beh, non importa, n-non ricordo, ma tu, come ti chiami tu? tu chi sei? cosa ci fai qui?" conclude interrogativa Flauta mentre quattro tentacoli puntano Pietro da tre angolazioni diverse e due formano due punti interrogativi speculari.
"Io mi chiamo Pietro, sto cercando di arrivare in fondo al mare."
"Fiiiiu! Questa è bella! Però, non c'avevo mai pensato. Chissà com'è il fondo del mare?" dice Flauta mentre ora quattro tentacoli continuano a disegnare punti interrogativi e due si grattano la testa. "Posso accompagnarti?"
"Certo, con vero piacere!" risponde cortese Pietro.
Per un po' proseguono in silenzio poi Flauta, che dall'aumentare dei tic tentacolari, Pietro poteva immaginare covasse qualcosa, sbotta ed esclama: "Ma che noia! ma te non ti sei già annoiato? Uff! Io in tutto sto tempo avrei potuto fare dieci cose, forse anche venti, e invece no, siam qua, a scendere verso lo scuro... e io non so nemmeno il perché! te lo sai Pietro?"
"No!"
"E allora cosa scendi a fare?"
"Non so, penso che lì troverò una risposta."
"Ma sei sicuro? io avrei già cambiato parere trenta volte, e solo dall'ultimo gruppo di anemoni che abbiamo appena passato. Che noia! Andiamo a cercare i cavallucci marini?"
"Ci possono aiutare?"
"Temo di no."
"E allora no." dice risoluto Pietro, che quando c'è da esser deciso e fermo, non ha rivali.
"Allora facciamo un castello con i coralli della barriera! Oppure giochiamo alle razze e ci copriamo di sabbia e quando passano vicino i totonnipaperette, sbuchiamo fuori e li spaventiamo! dai dai!"
"No, devo andare in fondo al mare, e devo fare in fretta prima che i miei tornino dal lavoro."
"Uff, sei proprio noioso...e monotono... e stufoso..." dice Flauta con i tentacoli che si trascinano controvoglia.
Di colpo, un ombra grossa passa sopra il duetto, Pietro non se ne accorge ma Flauta si immobilizza all'istante. Pietro fa ancora qualche passo ma capisce che non c'è più Flauta al suo fianco, si volta e la vede ferma, fissa, una statua. Ora sì che sembra quelle cose strane viste sui banchi frigo refrigerati! Non fosse per tutti quei tentacoli sparati che la fanno passare per un asterisco.
"Beh?" chiede Pietro "Cosa fai? ti fermi lì? non mi fai compagnia?"
"N-no Pietro, è che mi è venuto in mente che abbiamo le prove con l'orchestra e devo subito tornare a casa, scappo, stammi bene, ciaoooo" dice già lontana Flauta a un Pietro sinceramente stupito e un po' deluso.
"Bah!" dice Pietro più a se stesso che all'acqua "Mai conosciuto un animale così confusionaria, così casinista, così incostante, anche se in effetti è il primo polpo, pardon, polpessa che conosco, magari gli altri son peggio...see, ma quando mi ricapita di parlare con una polpessa...andiamo avanti, va là..."
E mentre ricomincia un ombra ora più vicina gli passa sopra. E stavolta se ne accorge. E inizia a pensar male. E che altro che Victor Hugo Malinconico, doveva prendere in prestito forzato una bella fiocina dal garage del signor Cabasisi, altroché. E l'ombra è tornata a passare, più bassa e più vicina, e Pietro non osa alzare lo sguardo.

"Ciao..."
Alle spalle, una voce stridula, acuta, sgradevole. Incastonata in uno squalo bianco di qualche quintale, che sta puntando Pietro. Pietro sbarra gli occhi. Senza parole. Senza fiato. Lo squalo è a un centimetro. Un colpo di scarto e lo striscia. Mentre lo sorpassa Pietro lo segue e si gira. Ipnotizzato. Sa che è sempre meglio guardare il pericolo in faccia, ma lo sta facendo per il terrificante stupore di trovarsi vicino al killer degli abissi, la macchina di morte e distruzione degli oceani. Mr. Nessun sopravvissuto. (Pietro nei film tifava sempre per lo squalo, pace all'anima di Spielberg).
"Cosa ci fa un piccolo umano, tutto sperduto, in fondo al mare a quest'ora? Ti sei perso piccolino?" e sganascia un sorriso, lisciando di nuovo Pietro che ora è davvero un pilone di paura e venerazione.
"N-no n-no, signor Squalo, sto andando in fondo al mare."
"Non chiamarmi Signore, per carità. Chiamami Pasqualo. E tu, giovanotto? come fai di nome? giusto per scriverlo sulla lapide. ahahahhah" e intanto i cerchi intorno a Pietro diventano piccoli, sempre più piccoli.
"eh-eh-eh. Divertente. Mi chiamo Pietro...cioè mi chiamo Pilone, son un pezzo di pietra e sto scendendo a incontrare i miei amici" ancora più piccoli.
"Oh, ma davvero? un pezzo di scoglio che a va a trovare gli amici, per cena? no  perché se è così sei il vero...convitato di pietra! ahahahahhahah-oooooo-ahahahahahhah" Se ve lo state chiedendo, sì, gli squali fanno un baccano pazzesco quando ridono. Quattro file di denti. Non riescono mai a gestirle bene, sopratutto quelle più in dentro. Ora Pietro è circondato dai fianchi immensi di Pasqualo.
"Eheh! bene, m'hai fatto ridere, ma ora, bando alle ciance, non c'è più tempo, ti devo mangiare...il tempo non è denaro, è vita, che non va sprecata, va assaporata, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, anzi va addentata, ihihihih."
"No!" grida irremovibile Pietro "Non farlo! Sono davvero una pietra e ti rovineresti i denti. Guarda, vedi? resto immobile e la corrente non mi muove, resto sul fondo. io sono un Gargoyle e dopo dovresti mettere l'apparecchio. Alla tua età... Sai che figura davanti a tutti gli altri del branco? Già ce li vedo Ehi Bruno, hai sentito di Pasqualo? Chi quello che s'è mangiato un sasso? Sì, ora che non c'ha più i denti, toccherà imboccarlo? Imboccarlo? ma non s'è mai visto uno squalo che si faccia imboccare? Sì ma dai, adesso gli facciamo uno scherzo, avvisiamo gli altri, gli portiamo dell'intonaco e poi giù a ridere"
"Uhm, sarebbe proprio uno scherzo da Bruno... mi domando dove tu lo abbia potuto conoscere. E anche se dovrei tentare..." E qui Pietro si ritrova per metà dentro la bocca spalancata di Pasqualo "caro sassolino semovente, ti lascio andare."
"Grazie Signor Pasqualo!"
"Uhmf, grazie... non dire grazie, dì che non mi hai visto, ho una reputazione io..."
E con quattro pinnate l'equivalente di un carrarmato, ma ben più cattivo e dal design più efficace, sfreccia via lasciando Pietro inebetito.
La proverbiale vita davanti era durata dieci secondi ma per via che il cervello pensava di avere più cose e non le trovava distratto com'era, gli ultimi tre secondi alla fine erano numeri di conto alla rovescia da cineforum.
Devo farmi dei nuovi ricordi - pensa Pietro mentre stacca di mezzo millimetro una gamba dal fondale - ma come quest'ultimo incontro, proprio no, grazie..

(fine terza puntata)



  

mercoledì 2 gennaio 2013

La lista del lunedì: 33librix3aggettivi (speciale 2012)

Spesso rimango stupito da come moltissime persone riescano ad emettere pareri, opinioni o giudizi scarni e perentori su cose che mi lasciano spesso basito e meravigliato, come i libri, o gli esseri umani.
Il fatto che i suddetti giudizi spesso risultino sbagliati o caricaturali non fa che aumentare il mio stupore, e anche un po' la mia muta ammirazione per queste persone che si sentono così sicure del proprio metro di giudizio.
E così, naturale e spontaneo, scatta il mio impulso ad imitarle  con questo timido tentativo di risultare sintetico e definitivo in una categoria a cui più per passione che per ragionamento mi sento vicino: i libri.
La regola che mi sono dato, completamente arbitraria, è sempre tre aggettivi per libro. 
Ovviamente ci saranno alcuni riconoscimenti e un'eccezione. 
P.s.: Che trentatré siano stati i libri e trentatré pure gli anni che ho compiuto nel 2012, è solo per pura coincidenza.

  1. La donna della domenica, Carlo Fruttero & Franco Lucentini, Mondadori, 2001 (preso prima della morte di Fruttero, non vorrei che pensaste che porto sfiga): ironico, macchiettistico, meccanico.
  2. Una pinta d'inchiostro irlandese, Flann O'Brien, Adelphi, 1993: surreale, arabesco, avvincente.(Consigliatissimo! Non fatevi ingannare dall'orribile titolo italiano).
  3. Provincia Exotica, Fabrizio Tavernelli, Ass. Cult. Dellacella, 2011: lisergico, iconoclasta, grottesco.
  4. La vita intensa, Massimo Bontempelli, Isbn edizioni, 2009: precursore, assemblato, sprezzante.
  5. Rayuela: Il gioco del mondo, Julio Cortázar, Einaudi, 2002: incantevole, caotico, vivo (Categoria: Prima o poi nella vita. Alcune scene e alcune storie vi entreranno in testa così bene da pensare che siano vostre).
  6. Sforbiciate, Fabrizio Gabrielli, PianoB edizioni, 2012: colorato, colorito, ricercato.
  7. Una banda di idioti, John Kennedy Toole, Marcos y Marcos, 2003: acidulo, umoristico, burattinesco.
  8. Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani, Mondadori, 1999: elegante, intimo, crudo.
  9. Jacques il fatalista e il suo padrone, Denis Diderot, L'Unità | Einaudi, 1992: comico, incalzante, sorprendente.
  10. Il tempo materiale, Giorgio Vasta, Minimum Fax, 2012: denso, controllato, lineare.
  11. Due ussari, Lev Tolstoj, L'Unità | Eianudi, 1992: geometrico, allegro, nostalgico.
  12. Diceria dell'untore, Gesualdo Bufalino, Sellerio, 1989: nevrotico, lirico, piacevolissimo (Consigliato!).
  13. Prima che il buio circondasse ogni cosa, Davide Enia, Il sole 24 ORE, 2012: realistico, amaro, forte. 
  14. Così in terra, Davide Enia, Dalai editore, 2012: aforistico, mimetico, esemplare.
  15. La lunga notte del dottor Galvan, Daniel Pennac, Feltrinelli, 2005: divertente, scorrevole, mimico.
  16. Nel paese del magnano, Sandro Campani, Italic Pequod, 2010: nutriente, delicato, epidermico. (Miglior non-più-esordiente)
  17. L'editore, Nanni Balestrini, Derive Approdi, 2006: accerchiante, audace, difficile.
  18. La memoria dell'acqua, Fabio Veneri, Rayuela edizioni, 2012: radicato, generazionale, culturale.
  19. Watt 0,5, AA. VV., rivista edita da  IFIX e Oblique Studio, 2012: sinfonico, completo, altero.
  20. Rovina, Simona Vinci, Edizioni Ambiente collana verdenero, 2007: sentito, mappante, limpido.  
  21. L'arte della fame, Paul Auster, Einaudi, 2002: stimolante, intellettuale, pacato.
  22. Sbarcare il lunario, Paul Auster, Einaudi, 1997: rivelatorio, nitido, tenero (Consigliato agli aspiranti scrittori).
  23. Alzate l'architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione, J.D. Salinger, Einaudi, 1965: morbido, amichevole, balsamico (Consigliatissimo! specie se siete in un momento difficile).
  24. Pesci, Evelina Santangelo, :duepunti edizioni, 2011: attuale, visivo, umanitario.
  25. Oggi e dopodomani, Patrik Ourednik, :duepunti edizioni, 2011: caustico, irriverente, metatestuale.
  26. Opere, Epicuro, editori Laterza, 1975: placido, innalzato, logico.
  27. Humpty Dumpty di Lewis Carroll nella trad. di Antonin Artaud, Einaudi, 1993: brillantemente riuscito (questo libro fa parte di una collana che si propone di mettere su due facciate tre lingue che seguono la stessa storia. 
    È un esperimento, che io sappia, da nessuno in Italia tentato e portato avanti, anche se in realtà utilissimo per studiosi e appassionati). 
  28. Poesie, E. E. Cummings, Einaudi, 1998: intenso, stravagante, tenero.
  29. Poesie, Guido Gozzano, L'Unità | Einaudi, 1993: bislacco, ritmico, ritroso.
  30. Teneri Bottoni, Getrude Stein, liberilibri, 2006: noioso, inconsistente, cervellotico (Unico libro abbandonato quest'anno, anche grazie alla pessima nota introduttiva. Sconsigliatissimo!).
  31. Costola n.1, AA. VV., rivista della Casa Editrice Gigante, 2012: universitario, caustico, punk.
  32. Garibaldi fu ferito, e noi?, Paolo Nori, il sole 24 ORE, 2012: attento, tortuoso, toccante.
  33. Il mio regalo sei tu, Sarah Spinazzola, Marcos y Marcos, 2012: scanzonato, tenue, liquido.