lunedì 20 maggio 2013

La lista del lunedì: un anno di cose sulla Luna

Domani il blog fa un anno e per una volta anticipo la lista.
Non ho mai letto Freud ma tanta gente mi dice, oltre che dovrei leggerlo, che lui sostiene che se mi dimentico qualche cosa da qualche parte vuol dire che non la volevo più, che non ne avevo più bisogno e il mio cervello ha volutamente accantonato quella cosa.
Ma secondo me non è vero.
Io alle poche cose che ho perso nell'arco di quest'anno ero molto legato, e siccome me le sono segnate per bene, eccovi la lista delle mie cose che, chissà, forse come le cose dell'Ariosto, sono finite sulla Luna:

- un borsalino scozzese, color verde, grigio e marrone con linee rosse e blu, usato o vintage come si dice adesso. Ricordo benissimo il giro di tutte le bancarelle in montagnola a Bologna un autunno di molti anni fa, in compagnia di un'amica comune che mi parlava di te e alla fine della giornata l'unico cappello che mi piaceva era anche l'unico della mia taglia. L'ultimo ricordo che ho di lui è che l'ho lanciato in fondo alla macchina mentre guidavo e ridevamo per qualche dialogo surreale che avevi captato nel centro estetico.

- un frisbee calibrato, peso centosettantacinque grammi. "Da campionati del mondo. Mi hanno detto che li fanno a Rimini ogni anno." mi aveva detto quello che me l'ha venduto alla città del Sole. Ed era giallo, bello rotondo e grande come il sole di giugno. L'avevo testato perfino sulla lunghezza della piazza grande. Un tiro impossibile ma davo la colpa a me, lui, il frisbee ce l'avrebbe fatta se fosse stato lanciato da quei campioni che si trovano a Rimini ogni anno. L'avevo portato con me in Catalogna, quando siamo andati a trovare i tuoi amici che si sposavano. Eravamo una trentina, noi emiliani, e ci riconoscevano subito, mica per le facce o per come eravam vestiti ma perché la fattoria educativa dove abbiamo festeggiato gli sposi per tre giorni era bellissima, piena di animali, e di verde, e c'era pure un campo da calcio (dove con onore abbiamo strappato una vittoria in rimonta cinque a quattro) ma proprio lì  accanto passava una galleria della TAV spagnola: un treno velocissimo e roboante, ogni tre ore circa. Noi emiliani cercavamo di restare sereni, ma i primi due secondi, quelli del rombo, avevamo tutti le facce di chi sta per essere investito sulle strisce pedonali.
Il frisbee l'ho lasciato a disposizione di tutti. Una mattina era scomparso. Forse adesso se lo stanno lanciando lo gnu e lo struzzo.

- una piuma di fagiana (è una piuma di media grandezza, marroncina, bianca e beige) che ho visto lanciarsi e sfracellarsi sotto una multipla davanti a me (l'ho citata in questa lista qua). Ce l'avevo in macchina quando ci hanno chiamati dall'ospedale per dirci che era ora, e ricordo benissimo di averla presa con me, per donarla, per metterla tra le mani del nonno, cacciatore nato, augurandogli il Walhalla al posto di un paradiso per astemi e non fumatori.
Ricordo tutto di quel giorno, dei giorni prima, dei giorni dopo, delle notti.
Ho tutto di quei giorni, ma quella piuma non c'è più.

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Karl Kraus