lunedì 6 agosto 2012

Back to School 11: I soprannomi


Ciquta con la q: fin dalle medie chiamiamo così E., per due motivi: faceva e continua a fare battute infelici, così tristi da farti pensare al suicidio e perché a calcio non è proprio un asso per via dei famosi piedi a banana, banana ciquita.

Il suo compagno di banco diceva sempre che assomigliava al bambino che nel cartone animato segue gli incontri dell’Uomo Tigre, Kenta, ma il nome è rimasto storpiato da una ripetizione: Kenka.

A. era a una festa di matrimonio ma non era proprio in giornata. Se adori l’indie anni ’90, ti senti un prolet tradito dal Partito e veneri il cotechino al punto da organizzare pranzi di natale a ferragosto, è facile non sentirti in giornata. Prima di cominciare a metter su i dischi in onore degli sposi si presentò agli invitati: Dj Amarezza.

G. suona in un gruppo, un power trio di hardcore, AccaCì (HC) vecchio stile, per chi se ne intende; ed è vegetariano: il soprannome non so chi glie l’ha dato ma lui continua ad essere Acca-Capra per tutti. Capra per i più intimi…

S. era convinto che quella sera a Monaco l’avrebbe fatto, tutti i suoi compagni di classe e quelli più grandi glielo dicevano da tutta la sera. Aveva bevuto ettolitri di birra bavarese, come tutti d’altronde, e nell’ultimo barlume di lucidità pensò alle precauzioni: preservativi dal distributore dell’hotel. Sicuro e ringalluzzito, con in mano il lasciapassare per il suo primo rapporto sessuale, raggiunse la sua preda, le si parò davanti, la guardò carico di desiderio e tra gli astanti persi in danze alcoliche gridò: “Io ti scopo!”  Dal giorno dopo S. era diventato Billy-Boy, la marca del profilattico.

Ai boy-scout di Carpi venivano due che non erano proprio di Carpi ma di Fossoli, paesino ormai inglobato nella city, eppure ancora depositario di alcune tradizioni e usanze tipiche. Uno dei due, a sedici anni, era talmente peloso da farti pensare che la sua pelle stesse in ombra anche al sole. Il nome giusto per quel caso estremo d’irsutismo fu Pippo. L’altro di conseguenza divenne Pluto.

Il mio migliore amico di cognome fa B. ed è andato al liceo a Correggio. Prendevamo insieme la corriera e a Santa Croce saltava sempre su il suo compagno di banco che per quasi due anni ebbe una voce sgradevole, acuta, molto stridula. I più grandi ci spiegavano che era “la crescita”, il cambio di voce nel passaggio da ragazzino a uomo, per i suoi compagni invece quell’anomalia aveva un nome più esotico, più pop, più catodico: lui era Kermit la rana del Muppet show. Il mio amico, per la proprietà transitiva e per assonanze nel cognome divenne Gonzo.

1 commento:

  1. Ogni tanto mi sento triste perché i soprannomi non sono più belli come quelli di una volta. Questi mi piacciono molto, perciò mi sento allegra: grazie, a buon rendere!

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Karl Kraus